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MERRY E LA GUERRA DELL'ANELLO

A cura di Estella Brandybuck

 

Meriadoc nacque a Buckburgo nell’anno 1382 (Calendario della Contea) da Saradoc Brandybuck detto “Fiumedoro” ed Esmeralda Took; crebbe a Villa Brandy, la grande residenza dei Brandybuck sita nel Decumano Est della Contea. Merry, come la maggior parte della gente soleva chiamarlo, era figlio unico e cugino in primo grado di Peregrino Took detto Pipino, nonché il suo amico più caro, e cugino in secondo grado di Frodo Baggins, essendo suo nonno Rorimac (Rori) fratello di Primula Brandybuck, la madre di Frodo.

La famiglia Brandybuck era tra le più antiche, facoltose e rispettate della Contea e si distingueva, all’epoca di Bilbo, per il forte temperamento paloidiano: i Paloidi rappresentavano il ramo nordico degli Hobbit meno numeroso, che tuttavia comandava spesso i clan dei Pelopiedi e degli Sturoi, essendo il più avventuroso e spericolato. Per questa ragione e per il fatto che essi vivessero “sulla riva sbagliata del Brandivino”, ovvero molto vicini alla misteriosa e temuta Vecchia Foresta, i Brandybuck venivano considerati gente bizzarra dalla popolazione degli altri tre Decumani.
 

“I Brandybuck non vivono nella Vecchia Foresta, tuttavia sono proprio una strana razza. Trafficano con barche su quel grande fiume, e non è una cosa normale. Non ci sarebbe da stupirsi se un giorno o l’altro capitasse loro qualche guaio”.

La Compagnia dell’Anello – “Una festa a lungo attesa”.
 

Di natura allegra, sensibile e generosa, Merry vantava una volontà d’acciaio, un notevole spirito d’azione e d’organizzazione e, sopra ogni altra cosa, un forte senso di lealtà e amicizia.

Il giovane Brandybuck era ancora negli Enti – così gli Hobbit chiamavano gli anni compresi tra l’infanzia e la maggiore età (33) – quando scoprì l’esistenza dell’anello magico di Bilbo. Un giorno, circa un anno prima della Festa, camminando per la strada egli vide il vecchio Hobbit sparire dinanzi ai suoi occhi, mentre i Sackville-Baggins, apparsi poco prima in lontananza, si dirigevano verso di loro. Allora Merry si nascose nella siepe che costeggiava la strada e, guardando attraverso il fogliame, vide riapparire Bilbo mentre infilava in tasca qualcosa che scintillava come oro. Il giovane Hobbit capì allora che si trattava di un segreto, e decise di non farne parola con nessuno. Tuttavia, da quel giorno si mise a spiare il vecchio Bilbo, riuscendo persino a dare un’occhiata furtiva al suo libro segreto; era l’unico ad averlo visto in tutta la Contea, a parte Frodo. Merry tenne per sé le proprie scoperte fino alla primavera del 1418 quando, con la collaborazione di Pipino Took e di Sam Gamgee, organizzò un piano per scoprire cosa turbava l’animo di Frodo, che da qualche tempo non era più lo stesso. Soltanto una sera di fine Settembre dello stesso anno, nella piccola casa di Crifosso che Frodo aveva acquistato qualche mese prima con l’aiuto di Merry, la piccola congiura fu finalmente smascherata: Pipino e Merry avevano scoperto, grazie al prezioso intervento investigativo di Sam, che Frodo intendeva partire di nascosto dalla Contea per una Missione di grande pericolo, ed erano determinati ad accompagnarlo. Merry rivelò a Frodo tutto ciò che sapeva in merito all’Anello, e lo convinse abilmente a non partire senza i suoi amici.
 

“Puoi fidarti di noi in quanto non ti lasceremo mai, nella buona e nella cattiva sorte, fino all’ultimo istante. E puoi fidarti di noi in quanto manterremo qualsiasi segreto e sapremo custodirlo meglio di te. Ma non ti fidare di noi per lasciarti affrontare da solo il pericolo, e partire senza una parola. Siamo i tuoi amici, Frodo, e comunque la decisione è già presa. Sappiamo quasi tutto quel che Gandalf ti ha detto; sappiamo parecchie cose sull’Anello; siamo orribilmente spaventati, ma ti accompagneremo, o ti verremo dietro come segugi”.

La Compagnia dell’Anello – “Una congiura smascherata”.
 

Grazie all’efficienza di Merry tutto era già pronto per la partenza, pony compresi, e il giorno seguente, 26 Settembre 1418, i quattro Hobbit lasciarono la Contea all’alba, diretti a Gran Burrone. Per evitare d’imbattersi nei Cavalieri Neri che davano la caccia a Frodo e all’Anello, gli Hobbit s’inoltrarono nella Vecchia Foresta, attraverso cui Merry li guidò con sicurezza; vi si era recato varie volte, di giorno, quando gli alberi erano tranquilli. Ma le sue conoscenze non potevano prevedere né evitare il peggio, ed egli cadde vittima dell’incantesimo del Vecchio Uomo Salice, che dopo averlo fatto addormentare profondamente, lo intrappolò per metà all’interno di una fessura del proprio tronco, mentre Pipino ne era stato inghiottito del tutto. I giovani Hobbit furono salvati da Tom Bombadil, un bizzarro e antico abitante della Foresta, che accorse alle grida d’aiuto di Frodo e Sam. Merry e i suoi amici trascorsero una notte animata da strani sogni nella casa di Bombadil e di Baccador Figlia del Fiume, ma ivi trovarono riposo, ristoro e pace al loro risveglio per tutto il giorno sino all’indomani mattina, quando si rimisero in cammino. Ma il bravo Tom salvò gli Hobbit una seconda volta: sui Tumulilande, ove un orribile Spettro dei Tumuli li teneva prigionieri. Destandosi dall’incantesimo e quindi da un incubo, Merry credette di aver combattuto contro gli Uomini di Carn-Dum e di esser stato trafitto da una delle loro lance, molti anni addietro, quando il più grande nemico era il terribile reame di Angmar e il suo Re negromante. Bombadil ruppe l’incantesimo dello Spettro e scelse, tra i tesori del Tumulo, un pugnale da donare a ciascuno degli Hobbit. Merry ricevette una piccola spada forgiata nell’Ovesturia, che qualche tempo dopo avrebbe assunto un ruolo determinante nella Guerra dell’Anello.

Giunto al villaggio di Brea insieme ai compagni, Merry non si unì a loro nel grande salone della locanda “Il Puledro Impennato”. Dopo cena fece quattro passi per prendere una boccata d’aria, e lungo la strada scorse uno dei Cavalieri Neri: provò a seguirlo, ma fu assalito dall’Alito Nero.
 

<< Grampasso guardò Merry pieno di stupore. “Il tuo cuore è coraggioso”, gli disse; “ma è stato sciocco da parte tua seguire quell’ombra” >>.

La Compagnia dell’Anello – “Grampasso”.
 

La locanda venne attaccata quella notte dai Nazgûl, e i pony di Merry furono smarriti. Omorzo Cactaceo, oste e proprietario de “Il Puledro Impennato”, offrì al giovane Brandybuck diciotto soldi d’argento per compensarlo alla meglio degli animali andati persi; inoltre, pagò personalmente un nuovo pony, che Sam chiamò Bill.

Il Ramingo Grampasso, caro amico dello Stregone Gandalf il Grigio ed erede al trono di Gondor, guidò gli Hobbit da Brea attraverso le Terre Selvagge fino a Gran Burrone (Rivendell), dove Gandalf li attendeva. Durante la convalescenza di Frodo, ferito da un Pugnale Morgul pochi giorni prima a Colle Vento, Merry impiegò in maniera utile il suo tempo nella Casa di Elrond Mezzoelfo, studiando le varie mappe e i luoghi che Frodo, Portatore dell’Anello, avrebbe attraversato per giungere alla Voragine del Fato. Merry, come pure Pipino, era determinato ad accompagnare Frodo sino a Mordor, tuttavia Re Elrond si ribellava alla partenza dei due giovani Hobbit, che avrebbe preferito inviare nella Contea quali messaggeri, affinché si adoperassero per avvertire il popolo del pericolo che sovrastava il Paese. Fortunatamente, l’intercessione e la consueta saggezza di Gandalf si rivelarono provvidenziali, e Merry fu scelto insieme a Pipino quale Membro della Compagnia dell’Anello. Nove erano i Viandanti: quattro Hobbit, uno Stregone, un Elfo, un Nano e due Uomini. Una sera di fine Dicembre, al crepuscolo, la Compagnia dell’Anello lasciò, dopo quasi due mesi, l’Ultima Casa Accogliente ad Est del Mare. Dopo aver sfidato la tormenta di neve sul Caradhras detto il Crudele e i lupi inviati dal Nemico, i Nove Viandanti raggiunsero il Cancello Occidentale di Moria, il grande Reame dei Nani della stirpe di Durin. L’osservazione di Merry circa l’iscrizione sulle Porte si rivelò utile a Gandalf, il quale riuscì, dopo numerosi tentativi, a risolvere l’enigma “Dite, amici, ed entrate”.
 

<< “Avevo torto, dopo tutto”, disse Gandalf, “ed anche Gimli. Merry era l’unico sulla giusta via. La parola chiave era innanzi a noi, scritta sull’arco! La traduzione avrebbe dovuto essere: Dite – Amici – ed entrate. Era sufficiente che pronunziassi la parola elfica che significa “amici”, perché le Porte si aprissero” >>.

La Compagnia dell’Anello – “Un Viaggio nell’oscurità” .
 

Il viaggio attraverso l’oscurità delle Miniere di Moria fu insidioso e drammatico: Gandalf il Grigio, la guida e il sostegno della Compagnia, cadde sul Ponte di Khazad-dûm lottando contro un Balrog di Morgoth, un terribile Demone del Mondo Antico. Aragorn condusse allora Merry e gli altri attraverso i boschi dell’incantevole Lothlorien, il Reame Elfico di Dama Galadriel, presso cui si trattennero per un mese, come fuori dal tempo, lontani dal pericolo e dal male. Giunto il momento della separazione, gli Elfi donarono agli ospiti delle barche, oltre a comodi indumenti e provviste varie; il Viaggio dei Compagni proseguì lungo il Grande Fiume Anduin, sino alle cascate di Rauros. E fu mentre essi riposavano e riflettevano seduti sul prato di Parth Galen che Aragorn, indeciso sul da farsi, suggerì a Merry e Pipino di accompagnare Boromir sino alla sua Città, Minas Tirith.
 

<< “E’ una cosa che non può andare!”, gridò Merry. “Non lasceremo mai Frodo! Pipino ed io abbiamo sin da principio seguito Frodo, e non intendiamo rinunciarvi adesso. Prima però non ci rendevamo conto del pericolo; tutto pareva diverso, lontano, nella Contea o a Gran Burrone. Sarebbe follia e crudeltà permettere che Frodo vada a Mordor. Perché non glielo impediamo?” >>.

La Compagnia dell’Anello – “La Compagnia si scioglie”.
 

Ma un crudele destino era in agguato, un destino che avrebbe deciso per loro: la Compagnia dell’Anello si sciolse ai piedi di Amon Hen. Frodo fuggì di nascosto con l’intenzione di proseguire per Mordor da solo, ma fu raggiunto in tempo dal fedele Sam, che lo accompagnò; Merry e Pipino, nella confusione generale, corsero anch’essi alla ricerca disperata di Frodo, ma furono fatti prigionieri da un gruppo di Uruk-hai inviati da Saruman il Bianco; Boromir, incaricato da Aragorn di proteggerli, rimase ucciso.
 

“Lentamente, nella testa dolorante di Pipino i ricordi si ricollegarono, separandosi dall'ombra degli incubi. Sicuro! Lui e Merry erano scappati nei boschi. Chi li aveva presi? Perché correre via in quel modo, senza dar retta al vecchio Grampasso? Avevano fatto molta strada gridando – ma non sapeva quanta; e poi a un tratto erano piombati dritti in mezzo a un gruppo di Orchetti. Costoro erano immobili e in ascolto, e non parvero accorgersi di Merry e Pipino fin quando non furono quasi fra le loro braccia. Allora si erano messi a urlare, e decine di altri Orchetti eran comparsi fra gli alberi. Lui e Merry avevano sguainato la spada, ma i nemici non avevano voglia di combattere, e cercavano soltanto di afferrarli, anche dopo che Merry aveva amputato numerose braccia e mani. Bravo Merry!”.

Le Due Torri – “Gli Uruk-hai”.
 

Gli Uruk-hai attraversarono le pianure del Riddermark diretti a Isengard, per consegnare i prigionieri a Saruman, il quale credeva che uno dei due Hobbit avesse l’Anello. Combattendo ai piedi di Amon Hen contro i Nemici che cercavano solo di afferrare lui e Pipino, Merry aveva riportato una ferita alla fronte che Ugluk, capo degli Uruk-hai di Isengard, curò in seguito spalmandovi della roba scura contenuta in una piccola scatola di legno.
 

“Stava curando Merry secondo i metodi degli Orchetti, e il suo trattamento ebbe dei rapidi effetti. Quando a viva forza un sorso di liquido fu fatto penetrare nella gola dell’Hobbit, e questi fu liberato dai lacci alle gambe e trascinato in piedi, Merry rimase diritto, pallido ma feroce e provocante, e pieno di vita. Lo squarcio in fronte non gli diede più alcun fastidio, ma gli lasciò una cicatrice scura sino alla fine dei suoi giorni”.

Le due Torri – “Gli Uruk-hai”.


Merry fu trasportato come un pacco dagli Uruk-hai, quando non era costretto a correre seguendo l’insostenibile andatura dei Nemici. Nel corso della lunga e dura attraversata delle Pianure di Rohan, Pipino tentò disperatamente una fuga e lasciò cadere la sua spilla elfica di Lorien, che fu trovata poco dopo da Aragorn, sulle loro tracce da Amon Hen insieme a Legolas l’Elfo e Gimli il Nano.

Dopo tre giorni di cammino, gli Orchi giunsero ai margini della Foresta di Fangorn, dove furono circondati dai Cavalieri di Rohan al comando di Eomer, Terzo Maresciallo del Riddermark; tentarono una difesa ma Grishnakh, Capo degli Orchetti di Mordor che viaggiava con loro, afferrò i giovani prigionieri di nascosto, portandoli lontano dall’accampamento notturno, con l’intento di frugarli e sottrarre loro l’Anello. Grazie ad uno stratagemma di Pipino, che aveva indovinato i pensieri dell’Orchetto, i giovani Hobbit si prestarono al gioco, ma stavano per essere uccisi quando un Cavaliere di Rohan trapassò Grishnakh con una lancia nel buio.

Merry, finalmente salvo e libero, trovò rifugio alle prime luci dell’alba nell’antica e misteriosa Foresta di Fangorn. Egli sapeva perfettamente dove lui e Pipino si trovavano, grazie allo studio delle mappe a Gran Burrone.

Fu allora che Meriadoc e Peregrino fecero la conoscenza di un essere straordinario, tra i più antichi e affascinanti della Terra di Mezzo: Barbalbero, il Capo degli Ent ovvero i Pastori degli Alberi, il quale condusse i due giovani amici in una delle sue sua ent-case a Salimpozzo, ai piedi dell’Ultima Montagna, nel cuore della Foresta di Fangorn. Ivi, Merry e Pipino sorseggiarono una strana bevanda offerta loro da Barbalbero: pareva acqua del fiume Entalluvio ma, mentre bevevano, sentivano freschezza e vigore invadere ogni parte del loro corpo, dalla punta dei piedi sino alla cima dei capelli, che essi sentirono ondeggiare sulle loro teste, risplendere e crescere. La pozione degli Ent li vide aumentare di statura, così Meriadoc e Peregrino divennero i più alti Hobbit della storia, battendo il record di Brandobras Took detto “Ruggibrante”, che misurava due braccia ed era in grado di montare a cavallo.

Barbalbero fu messo al corrente dai giovani Hobbit dei più recenti avvenimenti della Terra di Mezzo, e infuriato dal tradimento di Saruman, i cui Orchi avevano da tempo distrutto molti alberi devastando la Foresta, egli si scosse e si “risvegliò”. Indisse un’Entaconsulta, una riunione di Ent per stabilire il da farsi, durante la quale Merry e Pipino furono affidati a Sveltolampo, un Ent tra i più giovani. L’Entaconsulta si concluse nel tardo pomeriggio di tre giorni dopo, quando Barbalbero marciò in guerra contro Isengard, con Merry e Pipino che cavalcavano fieramente seduti sulle sue grandi spalle, in testa alla truppa inneggiante degli Ent. L’intera Foresta si mosse insieme ad essi; grandi alberi oscuri e terribili chiamati Ucorni si scagliarono sul Cerchio d’Isengard, mentre altri giunsero al Fosso di Helm, mutando le sorti della Battaglia del Trombatorrione.
 

“Non è stato vano che i giovani Hobbit siano venuti con noi, poiché hanno contribuito alla salvezza di Boromir. Ma non sarà l’unica parte che avranno avuto in questa vicenda. Furono portati a Fangorn, e la loro venuta è comparabile alla caduta di piccoli sassi che scatenano una valanga in alta montagna. Già mentre parliamo odo i primi rombi”.

Le Due Torri – “Il Cavaliere Bianco”.
 

Così disse Gandalf, il Bianco Cavaliere, agli amici Aragorn, Legolas e Gimli. Li incontrò per la prima volta nella Foresta di Fangorn dopo la sua caduta a Moria, ove aveva infine abbattuto il Balrog di Morgoth. Ma egli stesso era caduto e, successivamente, tornato alla vita e rimandato sulla Terra di Mezzo dai Valar per terminare il suo compito. Merry e Pipino lo videro, strabiliati, tra le rovine d’Isengard, intento a cercare Barbalbero per chiedere rinforzi al Fosso di Helm. Fu due giorni dopo che Meriadoc, messo da Barbalbero a guardia dei Cancelli ormai d’Istrutti d’Isengard, incontrò Re Théoden di Rohan, giunto vittorioso dal Fosso di Helm insieme ad Eomer e gli altri Compagni. Merry diede al Re del Mark un comico quanto degno benvenuto, per poi accennare la storia dell’erba-pipa ad un Sire sorpreso e affascinato dal primo Mezzuomo mai incontrato sul suo cammino.
 

<< S’inchinò profondamente, portandosi una mano al cuore. Poi, come se non avesse scorto lo Stregone e i suoi amici, si rivolse a Eomer e al Re. “Benvenuti, signori, a Isengard!”, disse. “Siamo i guardiani delle porte. Il mio nome è Meriadoc, figlio di Saradoc; ed il mio compagno, ahimé travolto dalla stanchezza” (diede un calcio all’altro) “è Peregrino, figlio di Paladino, della casa dei Took. La nostra casa è lungi da qui, nel Nord. Sire Saruman si trova qui, ma per il momento è rinchiuso con un certo Vermilinguo, altrimenti sarebbe senz’altro venuto ad accogliere ospiti così onorevoli” >>.

Le Due Torri – “La via che porta a Isengard”.
 

Merry e Pipino si riunirono così insieme ad Aragorn, Legolas e Gimli, cha a lungo e duramente li avevano cercati. Dopo che Gandalf e il Re di Rohan con la sua scorta si furono avviati alla ricerca di Barbalbero, i giovani Hobbit offrirono ai tre amici “cacciatori” un buon pasto prelevato da ciò che rimaneva della dispensa di Saruman; fumando tranquilli erba-pipa di Pianilungone seduti tra le rovine d’Isengard, i cinque Compagni ricostruirono insieme i vari frammenti delle loro vicende parallele, dal giorno in cui si erano separati ai piedi di Amon Hen. L’incontro che quello stesso giorno avvenne tra Gandalf e Saruman a Isengard, vide la sconfitta del crudele Stregone. Ma Pipino scrutò di nascosto attraverso il Palantír di Orthanc, la misteriosa Pietra Veggente che Gríma Vermilinguo aveva lasciato cadere da un’altra finestra della Torre con l’intento di uccidere Saruman, o forse Gandalf; il giovane Took era stato visto e interrogato attraverso la Pietra dall’Oscuro Signore Sauron, perciò si trovava in grave pericolo. Gandalf lo prese con sé ed essi partirono quella notte cavalcando verso Minas Tirith, la Città dei Re di Gondor; Ombromanto li portava, il Signore di tutti i Cavalli.

Merry, rimasto solo con gli altri, si chiese cosa ne sarebbe stato di lui. Temeva di venir messo da parte, come un bagaglio da ritirare a guerra finita. Lontano da Pipino, egli si sentì improvvisamente solo, smarrito e sconfortato: un peso inutile per tutti. Ma il Re di Rohan si dimostrò cortese e comprensivo: lesse nel cuore del giovane Hobbit che aveva preso in simpatia e, conversando amichevolmente nella grande sala del Trombatorrione, gli propose di cavalcare insieme a lui. Sorpreso ed esultante, colto da un impeto d’amore verso il vegliardo, Merry s’inginocchiò e, dopo avergli baciato la mano, offrì la sua piccola spada e i suoi servigi a Re Théoden, che lo nominò Scudiero di Rohan della Casata di Meduseld.
 

<< “Sarai per me come un padre”, disse Merry. "Lo sarò, per qualche tempo”, disse Théoden>>.

Il Ritorno del Re – “Il passaggio della Grigia Compagnia”.
 

Due giorni dopo Aragorn prese la Via del Dimholt, il “Sentiero dei Morti”; lo accompagnavano Legolas, Gimli, i figli di Elrond, Halbarad Ramingo del Nord e trenta Uomini Dúnedain. Prima di partire egli si rivolse al suo amico Halbarad, e disse di Merry:
 

“Non sa quale fine l’attende, ma se pure lo sapesse continuerebbe tuttavia ad andare avanti”.

Il Ritorno del Re – “Il Passaggio della Grigia Compagnia”.
 

Il Re del Mark donò a Merry un piccolo pony grigio e irsuto di nome Stybba, ed essi cavalcarono fianco a fianco alla volta del Forte di Dunclivo, ove si sarebbe radunato l’Esercito di Rohan. Ivi Théoden ricevette La Freccia Rossa da un messaggero di Gondor: Minas Tirith era assediata dal Nemico, e chiedeva aiuto. Il Re si apprestava a partire e, con sommo dispiacere del giovane Hobbit, ordinò al coraggioso Scudiero di restare indietro con sua nipote Eowyn; l’aveva accolto per metterlo al riparo e al sicuro, non avrebbe avuto cuore di portarlo con sé in guerra. A nulla valsero le proteste di Meriadoc.
 

<< “Allora legami dietro uno di essi, o fammi penzolare da una staffa, o qualunque altra cosa”, disse Merry. “Sarà una corsa assai lunga, ma correrò lo stesso se non posso cavalcare, anche a costo di consumarmi i piedi e di arrivare con due settimane di ritardo!”>>.

Il Ritorno del Re – “L’adunata di Rohan”.
 

Dama Eowyn si preoccupò di armare comunque Merry per la guerra, come le aveva chiesto Aragorn prima di partire: Merry ebbe un piccolo elmo, un robusto giustacuore in pelle, una cinta, un pugnale e uno scudo circolare recante l’immagine di un cavallo bianco. Fu mentre egli osservava tristemente l’esercito radunarsi, che un misterioso Cavaliere di nome Dernhelm si avvicinò, e si offrì di portarlo con sé sul grande destriero grigio Windfola.

Fu così che Meriadoc Scudiero del Mark cavalcò in Battaglia nei Campi del Pelennor dinanzi alle mura di Minas Tirith, dove cadde Re Théoden nel pieno della gloria; il Cavaliere Dernhelm piangeva accanto a lui, fedele malgrado la paura. Aveva portato sano e salvo Merry dietro di sé, fin quando Windfola non li aveva gettati in terra in preda al terrore, mettendosi a correre imbizzarrito all’arrivo dell’Ombra. Allora il Signore dei Nazgûl giunse col suo terribile destriero alato, ma una spada sguainata e una voce squillante risuonarono tra gli orrori della guerra, mentre il giovane Dernhelm impediva al Nazgûl di avvicinarsi al suo signore.

Ma Dernhelm altri non era che Eowyn nipote di Théoden: proprio come Merry aveva seguito il suo Re, che amava come un padre, sino alla fine.
 

“Era dunque Eowyn e Dernhelm al tempo stesso. Nella mente di Merry apparve nuovamente il ricordo del volto che aveva veduto partendo da Dunclivo: il volto di chi ormai senza speranza parte in cerca della morte. Il suo cuore si empì di pietà e di meraviglia, e ad un tratto il coraggio della sua razza, lento a sorgere, si destò. Strinse i pugni”.

Il Ritorno del Re – “La Battaglia dei Campi del Pelennor”.
 

Eowyn vibrò un abile colpo micidiale, e la testa del destriero alato cadde in terra, decapitata. Il Nazgûl si levò minaccioso dalla carcassa della bestia, pronto a colpire con la sua enorme mazza, ma all’improvviso cadde in avanti mancando il colpo: la spada di Merry l’aveva trafitto alle spalle, colpendo il tendine del suo possente ginocchio. Eowyn infilò allora la spada tra la corona e il manto del Nemico, ed egli fu abbattuto. Si avverò così la profezia di Glorfindel, secondo la quale il Re degli Stregoni di Angmar non sarebbe caduto per mano di uomo. E la lama dei Tumulilande di Meriadoc sprigionò fumo prima di accartocciarsi, incenerirsi e scomparire. Nessun’altra spada avrebbe procurato a un tale nemico una ferita tanto profonda, affondando nella carne viva e rompendo l’incantesimo che consentiva al Signore dei Nazgûl di rimarginare i propri tendini con la sola forza del volere.

Le ultime parole di Théoden furono per il suo Scudiero, il quale gli chiese perdono tra le lacrime per aver disobbedito ai suoi ordini e “non aver saputo fare altro che piangere nell’ora della separazione”.
 

<< Il vecchio Re sorrise. “Non preoccuparti! Sei già perdonato. Non bisogna scoraggiare un grande cuore. Vivi ora e sii benedetto, e quando fumerai in pace la tua pipa pensami!” >>.

Il Ritorno del Re – “La Battaglia dei Campi del Pelennor”.
 

Il corpo di Théoden e quello di Eowy, gravemente ferita, furono scortati dai Rohirrim a Minas Tirith. Merry seguì il corteo, lento e triste, ma nessuno si curava di lui; ad un tratto la sua vista si oscurò, ed egli si smarrì; era distrutto dalla stanchezza, e il braccio destro che aveva osato colpire il Signore dei Nazgûl era gelido e intorpidito. Fu Pipino, ora Soldato di Gondor, a trovarlo in uno stretto sentiero della Città.
 

<< “Aiutami, Pipino! Sta diventando di nuovo tutto buio, ed il mio braccio è freddo”. “Appoggiati a me, Merry mio!”, disse Pipino. “Coraggio! Un piede dopo l’altro. Non è lontano”. “Mi volete seppellire?”, disse Merry. “No davvero!”, disse Pipino cercando di sembrare allegro, benché il suo cuore fosse invaso da timore e da pietà. “No, stiamo andando alle Case di Guarigione” >>.

Il Ritorno del Re – “Le Case di Guarigione”.
 

Ma Merry camminava a fatica, così Pipino mandò a chiamare Gandalf, il quale carezzò la fronte dello Scudiero prima di sollevarlo con delicatezza e portarlo nelle Case.
 

<< “Avrebbe dovuto essere trasportato con grande onore in questa Città”, egli disse. “Ha degnamente corrisposto alla mia fiducia; se Elrond non avesse ceduto al mio desiderio, nessuno di voi due avrebbe intrapreso questo viaggio, e le nefandezze di questi giorni sarebbero state ancora più terribili” >>.

Il Ritorno del Re – “Le Case di Guarigione”.
 

Nelle Case di Guarigione di Minas Tirith giacquero, oltre a Meriadoc, Eowyn di Rohan e Faramir di Gondor; la loro malattia era terribile poiché l’Ombra Nera, come la chiamavano, proveniva dai Nazgûl e coloro che ne soffrivano piombavano in un delirio sempre più profondo per poi passare al silenzio, ad un freddo micidiale, e infine alla morte. Ma “Le mani del Re sono mani di guaritore”, come rivelò Ioreth, la più anziana delle donne che serviva nelle Case di Guarigione: Meriadoc e gli altri furono guariti dalle mani regali di Aragorn, e dalle sue Foglie di Athelas.
 

“Sono arrivato in tempo, e l’ho chiamato in sé. Egli è stanco ora, e sofferente, e la sua ferita è simile a quella di Dama Eowyn, poiché ambedue hanno ardito colpire quell’essere nefando. Ma è un danno facilmente sanabile, quando si ha uno spirito forte e allegro come il suo. Non dimenticherà le sofferenze passate, ma il suo cuore non ne verrà oscurato; egli apprenderà la saggezza”.

Il Ritorno del Re – “Le Case di Guarigione”.
 

Per il valore dimostrato in battaglia e per aver salvato la vita a Dama Eowyn, Merry fu nominato da Re Eomer Cavaliere del Riddermark. L’Anello era stato distrutto e Sauron definitivamente sconfitto; Merry riabbracciò Frodo e Sam e, in seguito all’incoronazione di Re Elessar a Minas Tirith, ebbero luogo a Edoras i funerali di Re Théoden, il quale era stato posto sopra una barella dorata su di un grande carro circondato da Cavalieri di Rohan. Merry, Scudiero di Théoden, aveva viaggiato sul carro a guardia delle armi del Re. Quando giunse l’ora del congedo, Re Eomer rivolse a Merry parole di profonda gratitudine.
 


“Gli antichi Re ti avrebbero coperto di doni in tale quantità che non sarebbe bastato un carro a trasportare il frutto delle tue gesta sul campo di Mundburg; eppure tu dici che non vuoi altro che le armi che ti furono date. Rispetto il tuo volere, poiché non ho doni degni di te; ma mia sorella ti prega di ricevere questo pensiero, come ricordo di Dernhelm e dei corni del Mark al sorgere del mattino.”

Il Ritorno del Re – “Molte separazioni”.
 

Merry ebbe in dono da Eowyn un piccolo, antico corno intarsiato d’argento, dalle grandi virtù: era stato fabbricato anni addietro dai Nani, e proveniva dal bottino di Scatha il Dragio. Fu Eorl il Giovane a portarlo dal Nord.

Finalmente, Merry e i suoi amici fecero ritorno nella Contea, ma una sgradevole sorpresa li attendeva: il Paese era invaso dai banditi, governati da Sharkey. Molte case nella zona di Lungacque erano state incendiate o abbattute; graziose caverne hobbit erano in uno stato di miserevole abbandono; verdi giardini invasi dalle erbacce; molti alberi, scomparsi; l’Albero della Festa d’Addio di Bilbo, abbattuto. La popolazione era intimorita e succube dei furfanti, ma Merry Brandybuck il valoroso, Mezzuomo d’azione, prese le redini della situazione e sollevò il popolo della Contea, incitandolo alla rivolta. Suonò il suo Corno di Rohan e organizzò la Battaglia di Lungacque con determinazione, ingegno e coraggio, dirigendo abilmente le truppe degli Hobbit con Pipino, Sam e Frodo pronti ad eseguire i suoi ordini. Nel corso della Battaglia Merry uccise il capo dei banditi, un grosso bruto simile a un enorme Orchetto, riuscendo infine ad espellere i nemici e ristabilire ordine e pace nella sua amata Contea.

Si concluse così la Battaglia di Lungacque del 1419, a cui fu destinato un intero capitolo nel Libro Rosso. I nomi di tutti i partecipanti furono scritti in una lista e imparati a memoria dagli storici della Contea, ma in cima a tutte le Liste in ogni narrazione si poteva leggere il nome del Capitano Meriadoc, seguito da quello di Peregrino.

Quello stesso giorno, 3 Novembre, i quattro Hobbit scoprirono l’identità di Sharkey, il Capo dei banditi: si trattava di Saruman, che si nascondeva a Casa Baggins insieme al suo fido Gríma Vermilinguo, il quale, colto da un impeto di odio selvaggio nei confronti del padrone mentre lo seguiva strisciando fuori dalla dimora di Frodo, lo colpì alla gola col suo pugnale per poi cadere senza vita lui stesso, trafitto da tre frecce scagliate con destrezza da un gruppo di Hobbit che aveva assistito all’accaduto.

Tale episodio segnò la fine della Guerra dell’Anello.

Merry visse insieme a Pipino per qualche tempo a Crifosso, con molti viaggi di andata e ritorno fra la Terra di Buck e Casa Baggins, ove Sam si era trasferito con sua moglie Rosie per restare accanto a Frodo. I due giovani Hobbit godevano dell’ammirazione e del rispetto di tutti gli abitanti della Contea, e facevano un gran figurone coi loro racconti, le loro canzoni, la loro raffinatezza e le magnifiche feste che organizzavano. Erano definiti “signoreschi” dai compaesani, e la loro presenza rallegrava il cuore di tutti: era una gioia, per gli Hobbit, vederli galoppare alti e magnifici con le loro lucenti cotte di maglia e i loro scudi splendidi, mentre ridevano e cantavano canzoni di luoghi lontani.

Il 29 Settembre 1421, Merry e Pipino cavalcarono fino ai Porti Grigi a Ovest della Contea per dare il loro addio a Frodo, che salpava con la nave di Círdan assieme a Bilbo e ai Tre Custodi degli Anelli del Potere. Lasciavano la Terra di Mezzo per raggiungere le Terre Immortali, oltre il Grande Mare.

Così ebbe fine la Terza Era della Terra di Mezzo. Secondo il Calendario della Contea, all’inizio dell’Anno 1422 iniziava la Quarta Era.


Nel 1432 si spense Saradoc Brandybuck detto “Fiumedoro”; suo figlio Meriadoc, chiamato “il Magnifico”, diventò Signore della Terra di Buck. Re Eomer del Mark e Dama Eowyn dell’Ithilien gli inviarono bellissimi doni. Due anni dopo, Merry fu nominato Consigliere del Regno del Nord da Aragorn, Re Elessar, che nel 1436 dimorò per qualche tempo lungo il Lago Evendim, prima di recarsi al Ponte sul Brandivino per salutare i cari amici Hobbit.

Da quando Meriadoc era diventato il Capo della Famiglia Brandybuck, mantenendo tuttavia le conoscenze ed i rapporti che aveva con Rohan e con Gondor, la biblioteca di Villa Brandy si era riempita di opere indipendenti dal Libro Rosso; ve ne erano che parlavano dell’Eriador e della storia di Rohan, e alcune fu proprio Merry a comporle o ad iniziarle. Tra i suoi lavori più popolari figuravano “L’Erborista della Contea” e “Il Calcolo degli Anni”, nel quale egli confrontava i Calendari della Contea e di Brea con quelli di Gran Burrone, Rohan e Gondor. Scrisse anche un breve trattato intitolato “Antichi Termini e Nomi della Contea”. I libri della biblioteca dei Grandi Smial di Tucboro contenevano cronache storiche più dettagliate, tuttavia erano di minor interesse per le genti della Contea; in ogni modo, fu probabilmente compilata lì “La Cronaca degli Anni”, grazie al materiale raccolto da Meriadoc, che trovò gran parte delle informazioni forse a Gran Burrone, dove si recò più volte.

Meriadoc sposò Estella da Boldigenio nel Campoponte, sorella del caro amico d’infanzia Fredegario Bolgeri detto “Grassotto”; visse nella Terra di Buck fino alla primavera del 1484, quando ricevette un messaggio da Rohan. Merry aveva 102 anni, ma era vigoroso e godeva ancora di buona salute; partì con Pipino “il Conte”, passò Sarnoguado e nessuno lo vide mai più nella Contea. Si seppe in seguito che si era recato a Edoras per trascorrere qualche tempo insieme a Re Eomer, che desiderava vederlo per l’ultima volta; il Re del Mark si spense infatti in autunno. Poco dopo, Meriadoc partì alla volta di Gondor con Pipino, ove dimorò durante gli ultimi brevi anni di vita che gli restavano; quando lui e Pipino morirono, furono composti a Rath Dínen insieme con i Grandi di Gondor. E si dice che quando avvenne la morte di Re Elessar, il Primo Marzo 1541, i letti di Meriadoc e Peregrino furono posti accanto a quello del Grande Re.
 

Fu allora che Legolas l’Elfo costruì una barca grigia nell’Ithilien, discese il corso dell’Anduin e attraversò il Mare, forse in compagnia di Gimli il Nano. Quando quella barca si allontanò, finì di esistere la Compagnia dell’Anello nella Terra di Mezzo.