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I GIARDINI DI MINAS TIRITH - IV

By Elhorie




 

Ogni dolore recato dal parto è già un debole ricordo, spinto verso gli angoli della memoria dalla forza dirompente di quel primo sorriso. Anzi, da quei due primi sorrisi, perché anche il sorriso sulle labbra di Aragorn è del tutto originale.

Il volto di Estel – mi piace continuare a chiamare il mio Aragorn con il nome che gli diedero a Granburrone – è trasformato, ringiovanito da quel sorriso di meraviglia. Leggo nei suoi occhi che non ha alcuna intenzione di nascondere questo suo imbarazzo.

Non potrebbe nemmeno farlo, di fronte alle persone che stanno per arrivare a farci visita.   

Eldarion assume un’espressione quasi di paziente sopportazione, quando il padre lo solleva un po’ goffamente e incrocia il mio sguardo. “ Non ti fidi di me, eh? Nemmeno se ti assicuro che non lo farò cadere? ”

Sorrido e scuoto la testa.

“ Senti un po’ che mamma ti ritrovi, povera anima…” Lo bacia sulla fronte, incapace di smettere. “ Benvenuto, Eldarion. ”

Si rivolge di nuovo a me, e sono i suoi occhi a ringraziarmi ancora prima delle sue parole. “ Hanon-le. ”

 

La notte estiva è fresca, sull’ampia terrazza davanti all’ingresso del palazzo. L’Albero Bianco di Gondor attrae molto lo sguardo attento di Eldarion, che ha appena tre mesi di vita.

Non mi stancherei mai di guardare Aragorn coccolare e scherzare con suo figlio. E’ questo il miglior ringraziamento che potessi mai ricevere, probabilmente perché risponde con bellezza e semplicità ai dubbi che ebbi tempo fa. E mi assicura di aver preso la decisione più saggia.

“ Il piccolo re vuole già dare un occhio alle sue future terre? ”

Aragorn si volta di scatto, e scoppia a ridere. “ Siete già qui? ”

Mi prende per mano e ci avviciniamo insieme a quel resta della Compagnia dell’Anello.

Da bravi giocherelloni, Peregrino e Meriadoc si concentrano sul piccolo festeggiato, svegliandolo ancora di più di quanto non avesse fatto il padre.

Gimli e Legolas stringono la mano a me e ad Aragorn.

“ Eravamo pronti a falciare decine di orchetti, se solo avessero provato a farci tardare…” ci assicura Gimli.

“ Non dubito che lo avreste fatto ” rispondo io, mentre lascio Eldarion nelle braccia degli zii. Il mio piccolo uomo emette gridolini di pura soddisfazione, tutt’altro intimidito dai nuovi arrivati.

Gimli, la tua ascia non lavora già a sufficienza nei dintorni di Moria? ” esclama Legolas.

“ Avete avuto dei problemi? ” chiede loro Aragorn, accigliandosi un pochino.

      “ Problemi…? Non conosco questo termine, e tanto meno lo conoscono la mia

ascia e il suo arco ” risponde Mastro Nano strizzandomi l’occhio. “ Forse ritarderanno un poco Faramir e Dama Eowyn, credo attenderanno Sam nell’Ithilien, per fare il resto del viaggio insieme. ”

“ Verranno anche Rosie e i piccoli? ”

“ Ehm, Sam ha provato a convincerla, ma lei è una vera Hobbit fin nel midollo. Sarà difficile strapparla alla Contea. ” risponde Pipino, poi ad un tratto si lamenta. “ Piccolo, questa è una mia ciocca di capelli, non una corda da arrampicata! ”

Ridiamo tutti quanti, ma Eldarion è proprio concentrato e intenzionato a risalire la testa di Pipino, così dobbiamo staccarlo a forza dall’hobbit.

E la tua sposa, Peregrino Tuc…? ” gli chiedo mentre lui si massaggia il capo riccioluto, “ Come sta Diamante di Lungo Squarcio? ”

“ Bene, Dama Arwen. Scoppia di salute, lei…! ”

“ Io direi che…” Aragorn prende la manina di Eldarion e la agita per salutare tutti noi,  “ per questo ometto è ora di andare a letto. Buonanotte a tutti! ”

Prendo in braccio Eldarion e lo bacio sulla fronte. “ Andiamo? ”

Ci avviamo all’ingresso del palazzo, poi Aragorn si volta indietro a fare un cenno a Legolas: “ Lo addormentiamo e torniamo subito. ”

“ Quel pargolo potrebbe non essere molto d’accordo, ma se ci credi tu…” commenta l’elfo, prima di riportare lo sguardo sulla notte stellata di Minas-Tirith.

Ma dico, guardatelo! Mi sento offeso: Granpasso non era così coccolone e pacifico mentre ci portava a farci mangiare da quelle bestie assassine delle Terre Selvagge! ”

Merry, ” osservò il Nano dopo un colpo di tosse, “ è difficile restare pacifici con dei combina-guai come lo siete stati voi. ”

 

Un’ora dopo, o poco più, ci ritroviamo nuovamente sul parapetto della grande terrazza, dove Aragorn ha ricevuto la corona dalle mani di Gandalf meno di cinque anni fa.

Ho la netta impressione che anche lui stia ricordando proprio ora quel momento, e lo vedo molto più nostalgico del solito. “ Estel…”, mi decido a parlarne, prima che arrivino gli altri, ai quali Mirime deve aver mostrato le loro stanze.

Aragorn si riscuote e mi sorride. “ Scusami, stavo solo…”

“ …riflettendo. ” termino io per lui  “ C’è qualcosa che non mi hai detto? ”

“ Ho paura che Gimli e Legolas non abbiano detto tutto…La regione a cavallo delle Miniere di Moria non può essere già così tranquilla come loro vogliono farci credere. ”

“ Mi sembrano abbastanza determinati a ripulirla dal male, però…”

“ Sai cosa penso, quando ho di fronte il viso di Eldarion? ”

Che presto dovrai separartene, anche se per poco. ”

“ Sono davvero un libro aperto, allora…”

“ Ricordatelo, quando cercherai di nascondermi qualcosa. ”

“ Inutilmente ”.

“ Bravo, vedo che hai capito ” confermo io.

 

* * *

 

Sono passati sei anni, e cerco con tutta me stessa di ricordare i sereni dialoghi di quella notte, mentre passeggio lungo la stessa terrazza. Non posso fare a meno di voltarmi ogni due o tre passi verso le finestre del palazzo che io so corrispondere alla stanza mia e di Aragorn.

Estel è ancora incosciente, dopo la ferita ricevuta nel corso del suo ultimo viaggio. Radagast il Bruno si trovava per nostra fortuna nelle terre di Gondor, quando il distaccamento dell’esercito è rientrato alla Cittadella. Aragorn viaggiava dietro a Legolas, che lo aveva fatto legare a se perché non cadesse durante la corsa a cavallo. Il Guaritore di Palazzo mi ha garantito che lo avrebbero cercato anche di notte, se necessario.

Non oso pensare a come avrebbe reagito Eldarion se fosse stato presente al loro arrivo. Invece si trovava – si trova ancora – nell’Ithilien, a casa di Faramir ed Eowyn.

Traggo un profondo respiro e mormoro a bassa voce la mia preghiera ai Valar, perché proteggano il mio Aragorn. Sono passati già tre giorni, e il Guaritore continua a tenermi informata del più piccolo miglioramento…ma Estel ancora non si risveglia.

So che sta facendo anche l’impossibile, e per questo non lo ringrazierò mai abbastanza. Ma non mi sento in colpa a rivelare quanto vorrei che anche Gandalf fosse qui.

Sono appena scesa dalla camera, dove ho vegliato Aragorn fino a poco fa…Mirime ha dovuto fare la voce grossa, per convincermi a prendere una boccata d’aria.

Non sta servendo a molto, i pensieri cupi vorticano attorno a me, e io ho paura di non riuscire a contrastarli per molto ancora. Sono un fascio di nervi, me ne rendo conto: il mio scatto quando sento i passi alle mie spalle giunge solo a conferma del mio prossimo crollo.

Legolas…Perdonami, non…”

Lui scuote la testa e si avvicina. Mi ritrovo a piangere sul suo petto, mentre lui mi accarezza i capelli sciolti e un po’ disordinati. “ Sssst, andrà tutto bene.  ”

Resta immobile, per un po’ non aggiunge altro. So che anche lui ha paura, ma nonostante essa riesce comunque a essere una volta di più un punto di riferimento, per me, oltre che un caro amico. 

“ Mamma! ”

La voce che arriva alle mie spalle mi convince ad asciugarmi le guance da lacrime che non voglio mostrare. “ Vuoi che pensi io, a Eldarion? Posso portarlo un po’ a cavallo ” mi sussurra Legolas.

“ Non sarà sufficiente, Legolas. ” risponde l’Istaro avvicinandosi. “ Eldarion sa che suo padre non sta bene. Ma guarirà, vero principe?

La mano di Eldarion mi tira la stoffa del vestito.

“ Sono tornato, mamma. ” mi dice con fierezza.

Gli accarezzo la testolina castana, e sorrido vedendo che porta sempre il ciondolo che donai ad Aragorn, e che lui gli ha messo al collo al compimento dei quattro anni.

Gli occhi verdi che mi avevano fissato, quasi sgridato, anni fa nella visione, ora mi vogliono tranquillizzare. “ Ho accompagnato Radagast il più in fretta possibile. Andrà tutto bene! ”

Lo abbraccio a lungo, e quando rialzo gli occhi oltre le sue spalle mi accorgo dell’arrivo di altri viaggiatori. Rimango incredula, nel vedere Samwise Gamgee e la bella hobbit che lo affianca, una mano amorevole sulla testolina del figlio più piccolo che tiene sul petto.

E’ la loro primogenita che raggiunge per prima me ed Eldarion. Non credo di aver mai visto una bambina più bella, da quando mi trovo a Minas-Tirith. Ricordo le parole usate da Aragorn per descrivermela, al ritorno dal suo viaggio nella Contea di due anni fa. Ora Elanor deve avere sei anni, e i suoi boccoli biondi incantano anche Eldarion.

Ha un attimo di esitazione, prima di saltare al collo di Sam.

Stringo la mano a Rosie e do un buffetto alla piccola Rosa. Sento una mano di Legolas premermi dolcemente sulla spalla. “ Credo che Eldarion starà meglio con questi nuovi amici, mentre noi parliamo con Radagast. ”

Mae-govannen, amici ” li accolgo. “ Grazie di essere qui. ”

Sì, comincio ad aver fiducia che andrà tutto bene.    

 

Continua…