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CHIUDO GLI OCCHI

By Estella





 



 

Sento il sole sul viso, scottante come non mai, che m’invita al banchetto della natura; il mattino d’estate è ancora giovane. Il cielo è di un azzurro limpido. Mi guardo intorno, e i miei occhi sono abbagliati dall'oro e dal verde intenso, che abbracciano il piccolo villaggio ai miei piedi. Tutto è silenzio e tranquillità. Lentamente percorro il sentiero in leggero pendìo, fino a che i miei piedi nudi raggiungono il laghetto: sento la freschezza dell’acqua cristallina rinvigorire le mie membra, spossate dal lungo, monotono e faticoso cammino. Il venticello che gioca coi miei lunghi capelli mi fa sentire viva, spazzando via quel senso di inquieta solitudine che da troppo tempo sentivo gravare sul cuore. Ora è solo un vago ricordo.

Due bimbe, all’estremità del piccolo lago, giocano sulla riva facendo il bagno alle loro bambole; la più grandicella, treccine bionde, alza lo sguardo e si accorge della mia muta presenza: mi guarda e sorride. Faccio per andarle incontro, quando odo una voce chiamare da lontano “Cioccadoro”: la bimba si volta alla sua sinistra, e corre incontro ad un piccolo uomo robusto dagli occhi buoni e leali, sceso dalla verde collinetta a Nord della valle. Egli prende in braccio la piccola, le dà un bacio e sorride; quindi prende per mano Daisy, la piccolina, che nel frattempo aveva seguito Cioccadoro nella corsa per raggiungere il papà. Insieme si dirigono verso casa, in cima alla collina, per la prima colazione.

Un allegro scalpitare di zoccoli mi porta a voltarmi in direzione del viottolo appena percorso… Gli zoccoli si avvicinano, interrompendo la loro marcia a una cinquantina di passi da me; uno grigio e l’altro bianco, due maestosi pony condotti da cavalieri dal portamento nobile e fiero, incantano la mia vista. Due piccoli Principi valorosi dagli occhi ridenti, sfavillanti e al contempo solenni come le uniformi che indossano: una verde e bianca, l’altra nero e argento. Due giovani Cavalieri saggi e intrepidi che hanno conosciuto tempi di guerra e orrore, che tuttavia conservano nel cuore un'allegria e una spensieratezza fanciullesche. Un indicibile senso di meraviglia mista ad ammirazione paralizza la mia lingua;  lentamente rivolgo a loro la mia riverenza. Ecco che il bianco pony riparte al trotto, e il Cavaliere vestito di nero e argento mi passa accanto, strizzandomi l’occhio con un simpatico sorriso e un lieve cenno del capo. Strabiliata e muta, continuo a fissarlo fino a che non scompare dalla mia vista, galoppando a Sud-Ovest.

Ma il Cavaliere di verde e bianco mi guarda e sorride, immobile sul grigio destriero. I suoi riccioli castani risplendono al sole, lievemente danzanti al soave suono della brezza. Penetrante lo sguardo di lui, dolce da sciogliere il cuore. Sento svanire ogni tormento e dolore della carne e dello spirito. Nell’estasi, le mie guance si bagnano di strane lacrime e malgrado non riesca a muovermi, mi sorprendo a tremare d’improvvisa felicità nuova; un'emozione incredibilmente forte, incontenibile e profonda. Mi sembra di avvertire per la prima volta il ritmo del mio cuore, che batte di una nuova consapevolezza: trabocca di un sentimento sconosciuto, che forse attendo dal giorno in cui naqui. Finalmente, tutto trova un senso. Sento che gli occhi verde intenso del Cavaliere percepiscono ogni movimento di me, del mio sentire... Nella goccia di un istante interminabile, sento che io e lui siamo una sola essenza. E’ meraviglioso. Non una parola scandita dalle sue rosee labbra, eppure egli m’invita silenziosamente ad avvicinarmi… E sorride, ancora. Adesso so chi è Lui.

Apro finalmente gli occhi, e mi torna in mente ciò che sognai una notte di qualche tempo fa… Così scrissi il giorno seguente:

 

Sentivo il suo Amore su di me. Egli mi cingeva in un dolcissimo, infinito abbraccio rassicurante. Tutt’intorno, lo splendore e l’incanto del verde; il profumo dei boschetti e dei fiori nei prati; l’accogliente immagine di piccole e confortevoli abitazioni,  graziose caverne  immerse nel miracolo della natura; la vita che scorreva nei freschi e briosi ruscelli dai colli sino a valle, e nei tronchi degli alberi che, fieramente, esprimevano la loro gratitudine con le braccia protese verso il cielo.

 

Ma quello di poco fa non era un sogno... E' ciò che ho veduto e vissuto chiudendo gli occhi.